lunedì 20 agosto 2007

Marinare la scuola

Una delle attività più amate e praticate dagli studenti di tutto il mondo è, senza dubbio, marinare la scuola: saltare un giorno di scuola, senza che i genitori ne siano informati.


A volte è un bisogno per evitare interrogazioni e test in classe per i quali non ci si sente preparatati, altre volte è solo per il piacere di passare una mattinata con gli amici in giro per la città, in luoghi sicuri, evitando i posti frequentati da genitori e parenti. Quello che piace di questa esperienza è proprio il brivido della trasgressione, il sapere che in quel momento si sta violando una regola, la suspance del rischiare di essere scoperti.

Da adulti, a distanza di anni, si ricordano con tenerezza e nostalgia queste “fughe” dalla scuola e molte persone conservano nella memoria queste esperienze come tappe profonde di un cammino che porta dall’essere adolescenti al mondo degli adulti.
La cosa curiosa è che ogni regione italiana (e talvolta ogni città) propone la sua personale variante all’italiano “marinare la scuola”.

Fra queste:

schissare, fare schissa (Valle d’Aosta e Piemonte)
bigiare (Lombardia, Trentino)
brusare (Veneto)
fare forca (Toscana)
fare sega (Lazio e centro Italia)
fare filone (Campania e Sud Italia)
cannare (Sicilia)
fare vela (Sardegna)


Sul sito http://www.smpe.it/folklore/marinare.asp è possibile trovare una lista davvero esaustiva di espressioni usate in Italia e all’estero dai giovani per indicare questa pratica (GIAPPONE saboru (anche fuggire dal lavoro), INGHILTERRA to play truant (anche fuggire dal lavoro), FRANCIA faire l'école buissonnière, GERMANIA blau machen, USA staying Home From School, to play hooky, BRASILE enforcar aula).

Buona lettura!